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lunedì 12 maggio 2008

A nome del mondo: Scusa Sindaco Alemanno...

Ha dichiarato il neosindaco di Roma Gianni Alemanno: "Ho detto con chiarezza il mio giudizio storico di condanna del Fascismo e, quando mi è stato chiesto cosa c'era stato di positivo, ho richiamato il discorso di un processo storico di modernizzazione, rilevato da tutti gli storici a cominciare da Renzo de Felice".

"C'è un processo di deformazione e una volontà costante di dipingere il primo sindaco di centrodestra di questa Capitale in un'ottica oscura. Mi dispiace che anche la stampa italiana, per fortuna solo alcuni giornali e non tutti, si presti a questa operazione assolutamente scandalistica e fuori misura".

Vorrei essere tra i primi a scusarmi con l'On. Alemanno per questa inaccettabile stortura mediatica.

Inizio con lo stigmatizzare il vergognoso comportamento della stampa che nella Perfida Albione continua a ritenere eticamente inaccettabile il richiamo al fascismo come valore, dimostrando così di essere arretrata e incpace di ragionare in senso moderno...

Proseguo con il sottolineare come sia assolutamente strumentale parlare di rinnovamenti nostalgici solo perchè il sindaco Alemanno ha ritenuto di voler festeggiare la propria elezione con alcuni amici vestiti di nero (per esigenze di etichetta ed eleganza, dovuta alla persona del sindaco) che lo salutavano alzando il braccio destro (segno internazionale di giubilo, presente nella stessa bibbia) e cantando canzoni evergreen (chiedo scusa....sempreverdi) riferite allo spensierato periodo degli anni 30, nel quale la musica era più bella e meno impegnata...

In conclusione: scusi signor sindaco se continuiamo a guardare con sospetto lei e le sue compagini... fa solo parte di un rituale che ci hanno insegnato alcuni vecchietti nostri amici massaggiandosi vecchie cicatrici da manganello e che, come tutte le cose cattive, facciamo fatica ad abbandonare...

Le prometto per il futuro il mio impegno a garantire che sulla stampa non si parli più di tali inezie... e vedrà che un modo lo troviamo.

Un caro saluto (noi ci siamo capiti).

Lorenzo mazzoni

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